L’Ordine nuovamente in Europa

Il Castello di Grandson (Svizzera), prima sede dell’OSJ in Europa

L’OSJ aveva ormai raggiunto una consolidata dimensione internazionale e il gran priorato d’Europa era articolato su ben sei priorati nazionali: Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Danimarca e Bretagna; la sfida per poter crescere ancora divenne considerevole.
Per rafforzare la propria posizione e favorire così il trasferimento del convento dell’Ordine dagli Stati Uniti alla Francia, il de Cassagnac e il consiglio europeo offrirono a re Pietro II di Jugoslavia, la dignità di protettore.
Re Pietro II, già custode delle sacre reliquie gerosolimitane nel palazzo reale di Belgrado per volere dello zar Nicola II, si era legato indissolubilmente all’Ordine il 24 luglio del 1961 nel principato di Monaco, con rito solenne.
L’affiliazione del re, che sancì il ritorno all’Ordine del suo protettore, scatenò in Europa ed anche negli Stati Uniti ondate di vero entusiasmo. Fu a questo punto che il Granier de Cassagnac reputò giunto il momento di proporre al consiglio sovrano il ritorno in Europa della sede magistrale.

Paul Julien de Cassagnac

Durante il capitolo generale del priorato di Francia, tenutosi nel 1961 presso il castello di Mémillon, Paul de Cassagnac pronunciò un severo discorso – in linea con il pensiero del defunto  granduca Aleksandr Michajlovič Romanov – durante il quale disse che l’OSJ in Europa doveva assumere la direzione dell’Ordine, poiché gli Americani avevano dimostrato di non possedere la competenza necessaria e fece presente all’assemblea riunita, che il gran cancelliere Pichel da 13 anni non aveva presentato al gran magistero alcun rendiconto finanziario, ossia sin dall’inizio del suo mandato. Il segretario magistrale dell’Ordine, conte Paul Jouveau du Breuil, con il pieno appoggio del gran priore d’America Clarence Hewes, convocò il consiglio americano per relazionarlo. Il 27 dicembre del 1961 con apposito decreto magistrale,Charles Louis Thourot Pichel fu destituito dal suo incarico e sostituito “ad interim” da Otto Shobert; venne confermata la sede di Grandson (Svizzera) per il gran priorato d’Europa e fu richiesto al gran priorato d’America di riorganizzarsi entro tre mesi senza Pichel; questo avvenne entro il 6 febbraio 1962 con l’on. Alfred N. Phillips (di Cecilton, nel Maryland) quale nuovo gran priore e Crolian Edelen quale gran cancelliere.

Perdurando l’atteggiamento negativo di Pichel questi fu espulso dall’Ordine, ma anche se non poteva vantare più alcuna forma di continuazione storica con il gran priorato russo, dato che la principessa Irina riconosceva nel de Cassagnac il successore di suo padre, senza alcuna forma di necessaria “fons honorum”, Pichel costituì un suo “Ordine”, dichiarandolo nella primavera del 1962 sotto il gran magistero del conte Felix von Luckner, che in realtà non accettò mai, poiché il 29 giugno 1962 da Hamberg, nello Stato del Dakota, von Luckner scrisse al conte Christian Orssich (ministro plenipotenziario in Vaticano di re Pietro II) che avrebbe rispedito a Pichel la nomina a “Luogotenente di fantasia”.

Nel frattempo, nei giorni 6 e 7 aprile 1962, al castello di Grandson presente una delegazione americana, il trasferimento del Convento e la riforma della Costituzione del 1912 furono approvati; il gran priorato d’America si mostrò reticente ma tre dei suoi priorati, tra cui quelli preponderanti di New York e Pittsburgh, unirono i loro voti favorevoli a quelli del gran priorato d’Europa.

Il 16 giugno 1962, infine, il gran maestro de Cassagnac e re Pietro firmarono ufficialmente il trasferimento del convento magistrale, atto che ricevette l’approvazione del gran consiglio americano, il quale, unitamente al conte Ignatieff in rappresentanza del protettore, lo ratificò il 23 giugno 1962 in New York.

Il Castello di Reignac

Tre mesi dopo, il 23 settembre 1962, sotto la duplice fons honorum di re Pietro II di Jugoslavia e della corona russa, nell’occasione rappresentata dalla principessa Irina Aleksandrovna Romanova, principessa di Russia, principessa Jusupova e contessa Sumarokov-Elston (Reggia di Peterhof, 15 luglio 1895 – Parigi, 26 febbraio 1970) il consiglio sovrano dell’OSJ, riunito al castello di Reignac, confermò una seconda volta Paul Julien Granier de Cassagnac quale 72° gran maestro dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme Cavalieri Ospitalieri. La cerimonia d’intronizzazione del de Cassagnac si svolse nella chiesa di Saint Loubès. Tra i concelebranti la Santa Messa vi fu l’abate Delecambre, cavaliere di giustizia dell’OSJ e gran elemosiniere del gran priorato d’Europa.
Altro punto del programma francese era la riforma della costituzione americana del 1912. A questo fine, il 20 giugno 1963 il capitolo generale venne riunito a Plaisance di Gers per nominare una commissione di cinque membri, che furono eletti all’unanimità in rappresentanza dei due gran priorati di America ed Europa.
Con l’intento di affermare il proprio controllo sull’Ordine, re Pietro II il 1° ottobre 1963 firmò a Parigi una Carta Reale con la quale riconobbe e confermò l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, del quale si dichiarò il regio protettore, invitando tutti gli Ordini che rivendicavano una eredità storica dall’antico Ordine di San Giovanni di Gerusalemme a unirsi ad esso.
Il 19 marzo del 1964, sempre in Parigi, re Pietro ci donò l’attuale Costituzione quale una delle branche indipendenti generate dalla suddivisione dell’antico Ordine di San Giovanni di Gerusalemme.
Si noti che dopo San Pietroburgo, sino ad oggi, il nostro è stato l’unico Ordine giovannita, nella persona dell’augusto sovrano di Jugoslavia e nostro 73° gran maestro, ad avere in custodia le sacre reliquie dell’Ordine primigenio.

La Carta Reale del 1963 e la Costituzione del 1964 definirono una volta per tutte lo status dell’OSJ come quello di un Ordine sovrano ed indipendente di cavalierato, posto sotto l’Alto Patronato della Corona jugoslava e beneficiante della fons honorum di un sovrano riconosciuto dagli Stati, che non avendo mai abdicato, conservava in “pectore” ed in “potentia” lo “jus imperii” e lo “jus gladii” e in piena legittimità lo “jus maiestatis” e lo “jus honorum”, ovvero tutte e quattro le fondamentali prerogative sovrane.